I pochi eletti che mi seguono da tempo, ben sanno che ogni tanto i miei argomenti spaziano dal seguire una linea diretta, come un cavallo coi paraocchi, alla varietà più assoluta, come un novellino d’editoria. Eppure, mi sento in dovere di trattare un argomento molto sottovalutato oltre che interessante: il pericolo di Instagram.
Va bene, va bene, procediamo con ordine, sennò perdo il filo.
Premesse
Partiamo dal fatto che, colui che vi scrive, non è un nato in periodo di assenza di reti informatiche, smartphone o PC, al contrario: ho vissuto buona parte dell’esistenza, così come buona parte dell’infanzia, vicino a roba tecnologica. Quindi non vi parlo da vecchietto misantropo che vuole riportare in vita i vecchi tempi, bensì da un invitato al party della tecnologia moderna che dopo anni ed anni di utilizzo e considerazioni, snocciola qualche riflessione.
Siete liberi di prenderle come riflessioni oggettivamente utili o di ignorarle totalmente per mancanza di credibilità, perlomeno leggetele.
Le origini del malcontento causate da un’acerba tecnologia
Col passare degli anni mi (ci) sono accorto di una cosa abbastanza preoccupante: durante un evento importante (o meno), siamo un po’ tutti a prendere il telefono per fare foto o video, mentre anni fa tutto ciò non succedeva. Voi direte: cosa cambia? beh, sul momento non vi godete realmente ciò che succede, e la foto o il video che avete fatto, non riuscirà successivamente a regalarvi le stesse emozioni del momento in cui le avete scattate/registrate, sottraendovi sia tempo che felicità.
Anni fa era obbligatorio chiamarsi, vedersi, parlare di presenza, condividere esperienze in maniera diretta: oggi è piuttosto raro vedere persone che parlano tra di loro se non tramite uno schermo.
Perché Instagram è un pericolo senza precedenti?
Mettendo un attimo da parte Facebook, che altro non è che una sorta di origine e successivo mezzo di transizione verso Instragram, parliamo di quest’ultimo (nel caso voleste approfondissi, ma ne dubito, ne parlerò in maniera dedicata successivamente). Tutti conosciamo o usiamo Instragram: una sorta di Social Network dove altro non si fa che pubblicare foto/video/stati (si può fare altro, ma concentriamoci su questi per ora).
Nella maggior parte dei casi, la popolazione usa Instagram per pubblicare foto di se stessi, i cosiddetti selfie (generalizzo, ma tecnicamente sarebbero quelli scattati con la fotocamera frontale o comunque effettuati da soli). Vi racconto la mia esperienza con Instagram, così magari guardate la situazione con i miei occhi.
Ho usato Instagram davvero pochissimo in passato, esclusivamente per pubblicare foto inerenti al tema tecnologico. Ho cominciato ad aggiungere amici (seguire è il termine usato dall’app, non un termine scelto casualmente), messo qualche cuoricino a dei pinguini e basta, finita lì, disinstallato con soddisfazione.
Ora mi chiederete, perché?
Perché sono stato pervaso da un profondo senso di tristezza, vanità e solitudine mentre scorrevo la home di Instagram. Una tristezza sconfinata, che non faceva che aumentare man mano che scorrevo le varie foto, i vari selfie di decine di amiche e conoscenti più nude che vestite, da volti superbi, da ragazzi ricoperti di vestiti di marca o accanto ad auto di lusso, per sfoggiare una vera (o falsa, chi la sa mai la verità?) ricchezza economica che non faceva altro che ridicolizzarli ai miei occhi, renderli patetici, quasi bisognosi di attenzioni.
Non mi hai ancora risposto
Giusto. Faccio un sunto, visto che sono bravo a perdermi in un mare di parole. Instagram è un enorme pericolo sociale, molto più di quanto lo è Facebook, perché:
- Induce inevitabilmente ad aumentare la propria vanità, con possibili ripercussioni come narcisismo e mancanza d’empatia o aiuto/considerazione del prossimo (è un app basata sulle foto personali, o pubblicate foto del vostro volto/fisico, o non la usate proprio. Fanno eccezione chi pubblica altro non relativo al proprio io);
- Induce ad aumentare esponenzialmente il malcontento personale, il senso d’insoddisfazione verso se stessi (quest’ultimo, qualora presente). Vedere le foto di una ragazza più bella di te, ti fa desiderare di essere come lei, quindi di disprezzare te stessa. Vedere un ragazzo con roba più costosa della tua, ti fa desiderare di avere più di lui, quindi di disprezzare ciò che hai;
- Induce alla considerazione di cambiare partner. Vedere continuamente donne seminude, che quasi sicuramente conoscete, o uomini ben messi nel caso della parte femminile, vi induce a considerare seriamente altre scelte. Che voi siate persone “serie” o meno, vi mettete davanti agli occhi, continuamente, un pericolo. Potete essere mentalmente “forti” quanto volete, ma non aspettate di uscirne totalmente indenni e senza pensieri. E’ come andare a 200 all’ora in autostrada: potete essere piloti professionisti, ma potreste sempre andare a sbattere contro un muro. Nella vita reale, non vedete continuamente tutte queste persone, ed anche se le vedete, non certo ben messe o poco vestite con in foto, quindi il pericolo è infinitamente minore.
- Probabilmente altro su cui non ho ancora riflettuto (se volete, aggiungeteci qualcosa voi nei commenti!)
Un chiarimento post sunto: noterete che ho usato il termine “Induce” all’inizio di ogni punto, questo perché nel campo della psicologia non esistono certezze, ma possibilità. Potreste, come non potreste, tuttavia, non potrete sottrarvi al condizionamento eseguito da determinate app/azioni, ma solo minimizzarne o massimizzarne enormemente gli effetti, fino a totale negazione o vice-versa. Ciò dipende dalla vostra “forza” mentale, che dipende da quanto siete psicolabili (che dipende da un’infinità di fattori, come fattori chimici come la concentrazione ormonale in base a date situazioni, a come avete strutturato la vostra mente col passare degli anni, dai vostri fondamenti morali e via dicendo).
P.S.
Se avete gradito il post, vi creerò successivamente un altro articolo dove vi spiegherò perché ho scritto “acerba tecnologia” invece di, solamente, “tecnologia”. Alla prossima 😛