Sapete, ormai moltissimi dei nuovi smartphone integrano batteria non rimovibili, integrate, che mirano a rendere il telefono più compatto, più resistente agli urti e….più soggetto alla garanzia a pagamento del produttore. Ma noi diciamo basta: ecco 5 motivi secondo cui vi consigliamo di non comprare uno smartphone con batteria integrata!
1. Sostituzione
La cosa triste delle batterie degli smartphone, è la loro tecnologia costruttiva. Essendo batteria ai polimeri o agli ioni di Litio, hanno una certa durata vitale e un certo numero di cicli di carica/scarica. Potete far durare decentemente uno smartphone con batteria non rimovibile oltre i 2 anni ma….se voleste mantenerlo anche dopo? Impossibile. Si scaricherà molto velocemente, ammesso che la batteria non si danneggi al punto tale da non accendersi.
La garanzia? Un discorso costoso e inutile: chi spende oltre 60 € per un telefono di oltre 3 anni?
2. Autonomia futuristica ridotta
Prendiamo in considerazione un telefono in cui si possa cambiare la batteria: non solo potete eliminare il problema dell’autonomia a lungo andare, ma potrete anche farlo in maniera totalmente non invasiva, comprando una batteria nuova per pochi euro che porterà al 100% “l‘anima vitale” del vostro device. Volete provare ad aprire il telefono e smanettare con le parti elettriche di collegamento della batteria? fate pure. Ma senza gli strumenti adatti, non farete altro che danneggiarne l’estetica (con qualche danneggiamento della scocca) oltre che il funzionamento.
Anche se in passato i power bank erano grandi e pesanti, oggi invece la tecnologia è avanzata in questo settore e
possiamo trovare dei modelli molto compatti e piccoli che hanno la capacità sufficiente per fornire una ricarica
completa di uno smartphone (e anche di più!)
È molto importante per poter scegliere il power bank ideale avere in considerazione le tue necessità, per esempio, se l’utilizzo è quotidiano e hai bisogno di uno con dimensione contenute (per metterlo in tasca), è meglio puntare su un modello da 10000mAh perché garantisce almeno una ricarica completa e compattezza.
Se lo puoi portare su una borsa o uno zaino puoi anche considerare un modello da 20000mAh perché può offrire un maggior numero de ricariche e, dipendendo dal modello, anche una maggior potenza di uscita (e magari così ricaricare anche dispositivi come portatili).
D’altronde, è importante pensare anche al tipo di dispositivo che vuoi ricaricare, se è solo il tuo smartphone, devi fare attenzione al fatto che abbia o meno la ricarica rapida, se ce l’ha, allora prendi in considerazione un power bank che sia compatibile con il protocollo con il quale il tuo smartphone lavora, i più comuni sono Quick Charge e Power Delivery.
Fai pure attenzione alla porta che abbia il tuo smartphone: USB-C o micro USB (nei dispositivi Apple, Lightning). Nel caso in cui abbia la porta USB C allora prendi un power bank che abbia una porta tipo C che lavori anche in uscita (cioè non solo per ricaricare il power bank) così puoi utilizzare un cavo con USB-C nei due lati.
Comunque, se non ti va di fare troppe ricerche, puoi dare un’occhiata ai modelli consigliati sul sito PowerBank20 il quale pubblica una classifica mensile dei 20 Migliori Power Bank, compresi i modelli già analizzati dal loro team.
Però devi sapere che non tutti i modelli di power bank sono uguali, alcuni sono più efficienti degli altri a seconda della qualità dei loro componenti (per questo è importante puntare su marche affidabili). Per essere ritenuto come un buon power bank dovrebbe avere un’efficienza energetica di almeno l’85%.
Per esempio sul sito web di PowerBank20 possiamo vedere nella seguente grafica un confronto dell’efficienza energetica di vari modelli di power bank con una capacità da 5000mAh:
Possiamo osservare che in questo caso i modelli Slim Pack, PowerCore e QCS05 delle rispettive aziende Omars,
Anker e Romoss sono in grado di fornire il 90% della loro energia immagazzinata, tuttavia altri modelli hanno
un’efficienza energetica inferiore all’85%.
3. Impossibilità di effettuare il “maggioramento”
Spesso e volentieri, mossi dalle critiche di molti utenti riguardo la bassa autonomia dei propri smartphone, alcuni produttori hanno creato batteria appositamente più grandi e capienti, con cover modificate da applicare direttamente sullo smartphone, rendendolo si più spesso, ma più duraturo. Le batterie in questione si chiamano Extended Battery, e ne sono un esempio produttori quali Mugen Power per i device Samsung, HTC ecc.
4. Spegnimento
Android, così come tanti, è un sistema operativo. I tasti laterali, compreso quello di accensione/spegnimento/bloccoschermo, sono tasti che comunicano col software. Se state effettuando operazioni particolari, quali overclock, a volte ROOT, flash ecc,m o anche semplicemente vi si impalla il telefono causa lag software o indisponibilità hardware, i tasti hardware potrebbero non rispondere e potrebbe essere necessario rimuovere la batteria per spegnere il telefono.
Uno dei casi peggiori? Potreste dover aspettare che la batteria si esaurisca prima di poter tornare ad utilizzare il telefono. Triste verità ):
5. Personalizzazione fai-da-te di livello maniacale
Immaginate di essere degli smanettoni. Immaginate ora di essere comuni ragazzi delle superiori, o studenti universitari, o semplici vecchietti amanti della tecnologia. Cosa succede quanto vi mettete a studicchiare pezzo-per-pezzo un device elettronico? Succede che lo migliorate alla grande, come questo pazzo utente di XDA, che si è inventato 10000 mAh di batteria per il suo HTC:
il mio consiglio, da smanettone è: non ponetevi limiti. Pensate di poter realizzare qualcosa? In realtà, l’avete già realizzata. E ricordatevi che, se si può immaginare, si può anche creare! Alla prossima 🙂