Solitamente se qualcuno pensa al backgammon pensa a un gioco da casinò piuttosto popolare in alcuni luoghi del mondo ma non per questo particolarmente utile al di fuori del contesto del divertimento.
Fortunatamente gli informatici sono una particolare branca di persone che sanno il fatto loro e che sanno cavare fuori il cosiddetto sangue dalle rape e lo stesso hanno fatto con il figliol prodigo del vecchio “gioco di ur” che tutti sanno nascere oltre 4000 anni fa sulle tavolette babilonesi.
Ecco perché oggi parliamo di tutte quelle volte che il backgammon in qualche maniera ha fatto progredire l’universo dell’informatica, alle volte che risultati infinitamente migliori di quanto sarebbe stato legittimo aspettare.
Se oggi abbiamo ChatGPT è anche grazie al backgammon!
Avete mai sentito parlare di TD-Gammon? Eppure se al giorno d’oggi esistono strumenti come ChatGPT lo dobbiamo in parte anche a lui! Durante il corso degli anni novanta Gerald Tesauro, un ricercatore che lavorava per IBM, sviluppò TD-Gammon: un programma informatico basato su reti neurali specializzato sul TD, ovvero il temporal difference learning; quest’ultimo è una forma particolare di reinforcement learning, ovvero una tecnica di apprendimento automatico che recentemente è tornata particolarmente in auge quando applicata alle reti neurali per migliorare strumenti come ChatGPT.
TD-Gammon imparò a giocare a Backgammon giocando milioni di partite contro sé stesso e sfruttando i protocolli di TD per migliorare il suo livello di gioco; nel corso di breve tempo divenne bravo al punto da avere un’abilità paragonabile a quella dei campioni umani e storicamente questo esempio viene ricordato come uno dei primissimi esempi di intelligenza artificiale capace di apprendere strategie complesse senza supervisione umana diretta, aprendo la strada ai successivi progressi nel mondo del machine learning.
Questo approccio ha ispirato poi alcuni dei più importanti successi nel mondo dell’intelligenza artificiale: gli stessi principi di self-play e di temporal-difference learning infatti sono stati alla base di uno dei progetti più importanti di tale argomento: AlphaGo! Quest’ultima è stata una potentissima intelligenza artificiale che è riuscita a vincere al complesso gioco del Go contro un campione umano, dando idea di quanto si fosse andati in avanti con la tecnologia durante il corso degli anni.
Di fatto, per molti esperti, il Backgammon regole è stato un laboratorio perfetto per sperimentare tecniche da estendere poi a problemi decisionali ben più complessi; questo perché il gioco del Backgammon regole ha dalla sua complessità che permette una notevole profondità di pensiero oltre che operativa.
E la teoria dei giochi?
Un altro interessante punto di collegamento tra il backgammon e il mondo della scienza informativa riguarda la teoria dei giochi; questo perché tra i tanti giochi da tavolo, il backgammon è uno dei pochi in cui c’è un buon equilibrio tra elemento aleatorio (i dadi) e la strategia pura (il movimento delle pedine).
Il suo essere un caso studio per la teoria dei giochi con informazione parziale ha permesso di capire al meglio come ottimizzare algoritmi che devono tener conto delle probabilità di uscita dei dadi pianificando, al contempo, strategie di lungo periodo: un problema che sembra distante ma che in realtà è vicino agli algoritmi per la pianificazione robotica all’interno di ambienti incerti! Ridendo e scherzando, quindi, il backgammon si è difeso come uno dei giochi più sorprendenti dal punto di vista prettamente informatico diventando una vera e propria miniera di risorse e spingendo avanti quello che oggi è uno dei mercati più competitivi e importanti di sempre!
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