Parliamo di un argomento, per certi versi, molto divertente, che si occupa di una questione decisamente molto meno ironica: il COVID-19 in Italia.
Per affrontare questa pericolosissima epidemia, l’Italia ha messo in campo diversi metodi che, secondo alcune menti illustri, avrebbero migliorato la situazione. Tra queste idee geniali, troviamo:
- Il non aver chiuso inizialmente le scuole = risultato? figli e genitori infetti/morti (no, è sbagliato chiudere le scuole! mio figlio ha bisogno di contatto sociale! la psicologa ha detto che è giusto così)(la psicologa lo preferisce in una bara evidentemente);
- L’aver buttato nel WC soldi pubblici per acquistare dei banchi speciali per separare gli alunni….che sono tornati a casa e quei banchi non li hanno usati e non li useranno mai;
- L’aver organizzato le regioni in “zone” per sancirne la chiusura, col risultato che queste non hanno fatto altro che (ovviamente) falsificare i dati, rendendosi aperte al pubblico ed economicamente non-morenti, favorendo i contagi;
- Sviluppato una applicazione di nome Immuni per il contact-tracing, un sistema geniale e ben congeniato che….è un fallimento.
Ed è su quest’ultima idea che vorrei soffermarmi (dato che non amo parlare di “politica”, se così si può chiamare quella in Italia).
Immuni: applicazione geniale, organizzazione….”italiana”
Partiamo da questo presupposto: con questo articolo non vi sto indicando di eliminare l’applicazione, semmai il contrario: installatela e tenetela attiva ogni volta che uscite!
Immuni è l’app ufficiale per le notifiche di esposizione del governo italiano, sviluppata dal Commissario Straordinario per l’Emergenza COVID-19 in collaborazione con il Ministero della Salute e il Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione.
E fin qui, tutto bene. L’applicazione è fatta parecchio bene: è pulita, organizzata, semplice da usare, ampiamente compatibile e disponibile, dispone di una bella e lunga lista di FAQ e persino il sito ufficiale dell’applicazione è un mezzo capolavoro. Ma come si spiega, allora, che sul Play Store l’applicazione abbia…due stelle e mezzo su cinque?
L’applicazione, in buona parte dei casi, fa ciò che deve fare: se state a contatto per almeno 15 minuti con un soggetto positivo al COVID-19, vi avvisa tramite una notifica. C’è solo un piccolo problema: segnalare la propria positività, su Immuni, è praticamente impossibile.
Ci sono almeno un 20/30 mila recensioni (solo su Android), che spiegano come i positivi, provando a segnalare la propria positività, abbiano avuto esperienze di questo tipo:
- Nessuna risposta in chiamata;
- Call center automatico non funzionante/con impossibilità di scelta e chiusura automatica;
- ASL che non sapeva nemmeno cosa fosse l’applicazione;
- ASL che non sapeva come segnalare la positività;
- ASL che non aveva personale “specializzato” (si, servono 5 lauree per usare un web browser) per segnalare la positività;
- Call center con risposte assolutamente casuali che non provvedevano minimamente a segnalare la positività e quindi a far funzionare Immuni.
Ne consegue che, se i positivi non possono segnalare la propria positività su Immuni, nemmeno i negativi potranno essere informati/tutelati con le notifiche. Ergo, Immuni non funziona. O, per essere precisi, funziona, ma la gestione dietro no.
Immuni è un capolavoro informatico e, contemporaneamente, un fallimento politico. Come al solito, ci si è focalizzati solo su una parte del discorso, lasciando totalmente da parte l’organizzazione dietro.
Ed ora, io mi chiedo: era così difficile creare un sito web dove, gli operatori dell’ASL (o uno specifico call center) avrebbero semplicemente potuto segnalare la positività degli utenti con pochi click? O, meglio ancora, rendere il tutto automatico?
Chissà, io nel frattempo continuo ad usare Immuni. Faccio la mia parte ed invito anche voi a fare lo stesso perché, alla fine, non costa nulla. Provare, o solo portare nel proprio telefono la speranza di poter salvare delle persone, è meglio che non avere nulla.