Oggi mi va di fare l’opposto di ciò che normalmente un giornalista, o un curatore di blog fa, ovvero presentare fatti reali, senza censura, ad un pubblico che generalmente odia la cosa.
Navigando sul web mi ha fatto parecchio ridere, così come provocato una sensazione di disgusto, il recente accanimento senza senso della comunità scientifica (e non) verso uno dei più illustri scienziati dei nostri tempi: James Watson, uno dei padri del DNA (semplificando, il tizio ne ha scoperto parte della struttura).
Diversi studi sull’intelligenza e il legame genetico con la stessa
James, affascinato da una vita sui legami tra DNA, ereditarietà e caratteristiche genetiche, ha condotto diversi studi sull’intelligenza che hanno avuto dei risultati molto interessanti (ma non ancora conclusivi, e probabilmente mai lo saranno visto ciò che è successo): sembra ci sia, in media, una differenza di intelligenza tra la popolazione sub-sahariana e non, con test del QI inferiori di 10-20 punti rispetto ad altre, e si pensa che ciò abbia cause genetiche.
Un insulto? assolutamente no. Eppure, le reazioni di pancia della comunità scientifica e delle testate giornalistiche (che ci marciano sopra, definendolo razzista senza motivo, perché fa comodo per il lettore medio ignorante come una capra) sono state così forti da costargli la carriera, con titoli e incarichi accademici completamente rimossi. L’ironia della censura moderna.
Le testate giornalistiche lo stanno massacrando
I giornali amano fare il giochetto del “è razzista” o “è sessista”, perché il lettore medio purtroppo vive di queste fesserie che non hanno nulla di realistico.
Gli stessi colleghi di James l’hanno sempre definito rispettoso degli altri e mai razzista, ma i giornali sembrano voler evitare la cosa. Ridicoli.
Vi cito qualche articolo, così vi fate un’idea: questo su pubmed che commenta l’accaduto, e questo studio su scientificdirect in cui si parla della differenza di QI con alcune popolazioni.
L’ironia della censura applicata alla scienza
Badate bene: qui nessuno sta dicendo che quegli studi siano conclusivi, d’altronde parliamo di roba effettuata negli anni 50-60, con test datati, quindi è altamente probabile che queste lievi differenze di QI non esistano o siano ancora più lievi di quanto ipotizzato.
Il succo del discorso è un altro: che ci definiamo democratici, aperti al dialogo e tutto il resto, ma nel momento in cui una qualsiasi persona (ricordiamoci che in questo caso, parliamo di uno scienziato di fama internazionale) tocca gli argomenti “razza” o “sesso” e via dicendo, censuriamo tutto manco fossimo la corea del nord.
Siamo assolutamente ridicoli.
Io mi schiero dalla parte di James, che non conosco e chissà, magari sotto sotto è veramente razzista, ma non meritava certo tutto questo. Meritava di essere ascoltato e di non essere trattato come un criminale, e se dopo una review le sue idee sarebbero risultate false: fantastico, avremmo avuto una risposta scientifica.
Ma abbiamo deciso non solo di censurare la scienza, ma di attaccarlo, denigrarlo, definirlo razzista-sessista e di fargli perdere lavoro, onorificienze ed incarichi vari.
Allo scienziato più influente degli ultimi tempi.
Immaginate cosa farebbero a voi.
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