Android M Introdurrà grossi cambiamenti riguardo al gestione dei permessi all’interno del sistema. Avevo precedentemente dato un accenno in proposito, ma qui andremo ad approfondire la situazione.
Android M e i permessi: cosa cambia?
Vi ricordate cosa succede ogni volta che aprite il Play Store e provate ad installare un’app? Si apre un piccolo menù di conferma che vi chiede di permettere alle app di usufruire di alcune parti hardware del vostro telefono (videocamera, microfono, contatti ecc.):
bene: su Android M non apparirà più questo menù. I permessi verranno richiesti ogni volta che un’app li chiederà. Tuttavia questo riguarda solo le categorie sensibili di Google, ovvero Fotocamera, Calendario, Microfono, Contatti, SMS, Telefono, Posizione e Sensori, tutti elementi che riguardano la privacy dell’utente molto da vicino.
E per tutti gli altri permessi?
Tutto il resto, come l’accesso al web, sveglie ecc. verranno inclusi all’interno di una categoria chiamata “PROTECTION_NORMAL“ che contiene una serie di permessi automaticamente disponibili per tutte le app installate nel dispositivo. Ovviamente questi dovranno essere dichiarati all’interno del manifest dell’applicazione, in modo che l’utente possa prenderne visione. Tuttavia, in questa maniera, un’app può ad esempio aggiornarsi da sola (avendo libero accesso ad Internet) senza che l’utente ne sia consapevole.
Bene o male?
Con Android M (così come con ogni aggiornamento di Android) Google cerca sempre di acquisire un monopolio maggiore sull’utenza, privatizzando tutto ciò che può. Gli sviluppatori avranno una migliore gestione dei permessi delle proprie app, spiegando chiaramente a cosa l’app può accedere e utilizzando le nuove categorie per una maggiore sicurezza dell’utente.
Tuttavia questa monopolizzazione, farà storcere il naso a molti utenti che credono nell’Open-Source e nella libertà del software.