Quando si parla di progresso tecnologico, non è possibile non fare riferimento al florido e mutevole periodo storico all’interno del quale siamo immersi. Il mondo intero ha assistito, soprattutto negli ultimi decenni, ad un avanzamento preponderante della tecnologia, sia in termini hardware che, specialmente, software. Abbiamo a nostra disposizione device sempre più intuitivi, performanti e compatti, capaci di mettere il sapere universale a disposizione di un tocco e contenerlo all’interno delle nostre tasche.
Discorrere su tutti i fenomeni della digitalizzazione richiederebbe tempi biblici. Di sicuro, però, occorre soffermarsi su uno dei fenomeni che hanno maggiormente scosso il paradigma di riferimento, soprattutto negli ultimi tempi: le intelligenze artificiali. Adesso, citare ChatGPT e l’azienda che lo ha proposto sul mercato, OpenAI, risulta estremamente naturale, permettendoci di introdurre al meglio il main topic del nostro approfondimento.
OpenAI ha conosciuto un picchio di notorietà anche tra i meno esperti del mondo digitale nell’ultimo anno soprattutto perché – e nel talk di Roberto Serra incentrato sull’intelligenza artificiale all’ultimo TEDx a Legnano questo aspetto viene citato – è stata la prima società a rendere l’IA una tecnologia accessibile a tutti, aprendo di fatto una nuova era. Occorre premettere che l’Intelligenza Artificiale non sia una tecnologia nuova, nonostante – come detto – OpenAI abbia gettato le basi di una vera rivoluzione rendendola una tecnologia destinata al pubblico di massa.
L’azienda che ha dato i natali a ChatGPT fu fondata da Elon Musk proprio allo scopo di realizzare tecnologie per l’Intelligenza Artificiale. A seguito dei risultati straordinari riscontrati dalla tecnologia, però, fu lo stesso Musk a segnalarne i pericoli. Senza entrare nel merito di questioni spinose e decisamente fuori luogo in questa sede, nelle prossime righe vogliamo fornirvi delle definizioni di base su cos’è OpenAI e come si usa.
OpenAI: ecco cos’è e cosa serve sapere al riguardo
OpenAI vide gli albori con l’intento di sfruttare l’intelligenza artificiale per l’analisi e la comprensione di testo scritto da esseri umani. OpenAI sfrutta complessi algoritmi di machine learning con cui è in grado di elaborare, comprendere e rielaborare contenuti. Il software può essere istruito su determinati argomenti, attraverso la lettura di materiale e, successivamente, può fornire in output delle risposte a specifiche domande o realizzare testi originali relativi a quello specifico argomento.
OpenAI svolge, in poche parole, un ruolo riassuntivo, pur rendendo il contenuto più “personale” di quanto si possa credere. Sulle potenzialità di OpenAI, come detto, si sono espressi gli stessi vertici dell’azienda. L’ex presidente David Luan ne segnalò la pericolosità dopo averne concluso i test, mentre Elon Musk si è espresso molto più di recente al riguardo, dopo il boom di ChatGPT, ultimo ritrovato dell’azienda, capace di prestazioni ancor più impressionanti.
I rischi di un utilizzo sconsiderato di OpenAI
È importante puntualizzare i rischi fattivi di un utilizzo improprio di OpenAI, spiegando proprio cosa si potrebbe definire in questo modo. Un’intelligenza artificiale in grado di produrre o rielaborare testi assimila tramite il machine learning determinate tendenze. Le intelligenze artificiali, però, non sono dotate di pensiero critico e, per questo motivo, non sono in grado di fermarsi dal creare contenuti corrotti. Per questo motivo, software come quelli di OpenAI vengono utilizzati indebitamente per la creazione di testi complottisti dal taglio quasi giornalistico, in grado di minare alla democrazia e alla libertà.
In un mondo in cui i media assumono un’importanza così significativa, soprattutto in ambito digitale, la scrittura di fake news tramite intelligenze artificiali e l’utilizzo di software ulteriori per la manipolazione della voce o la creazione di contenuti più elaborati potrebbero arrecare conseguenze profondamente negative. È opportuno, dunque, sensibilizzare riguardo l’utilizzo consapevole delle intelligenze artificiali come quelle di OpenAI.