Come scegliere l’olio di CBD

Quando si parla dell’olio di CBD, si inquadra uno dei prodotti naturali più apprezzati del momento. Ottenuto a partire dalla cannabis depotenziata, ossia quella caratterizzata dalla presenza di una percentuale di THC compresa tra lo 0,2 e lo 0,6%, è al centro dell’attenzione per via delle sue proprietà benefiche. Quando le si chiama in causa, si inquadra la capacità di favorire un generale senso di relax utile soprattutto in chi soffre d’insonnia. Da non dimenticare è altresì l’efficacia antidolorifica e antiemetica.

Quali sono i consigli da seguire quando si parla della scelta del miglior olio di CBD? Scopriamolo assieme nelle prossime righe di questo articolo.

La concentrazione

Parlare di concentrazione è nodale nel momento in cui si ha a che fare con l’olio di CBD. Come mai? Perché il principio attivo della cannabis non è mai puro. Non può esserlo dato che, in tal caso, sarebbe impossibile, da parte dell’organismo umano, riuscire ad assimilarlo.

Il fitocannabinoide è quindi diluito in un olio vettore, delle cui caratteristiche parleremo meglio nei prossimi paragrafi. Ora ci soffermiamo sulla concentrazione. Per quanto riguarda questo aspetto, si parte da un minimo del 5% per arrivare al 30 circa.

Anche se non esistono controindicazioni riguardanti l’utilizzo dell’olio di CBD, è meglio, se si è alle prime armi con l’assunzione di questo prodotto, partire dalla concentrazione minore.

Man mano che si va a crescere, è bene monitorare con attenzione le reazioni del corpo e, sulla base di queste ultime, andare a crescere o a calare la dose quotidiana.

Il metodo di estrazione

Come in tutti i casi, anche in quello dell’olio di CBD è bene, prima di procedere con l’acquisto concreto, dare un’occhiata all’etichetta o alla scheda di prodotto online. Quest’ultima deve contenere, per forza di cose, informazioni sulle modalità di estrazione del fitocannabinoide. Sì, perché ce ne sono diverse. La più apprezzata è senza dubbio quella che prevede il ricorso all’anidride carbonica supercritica. La CO2 coinvolta viene sottoposta a un processo di pressurizzazione sia quando si trova allo stato liquido sia quando, invece, è in stato aeriforme. In questo modo, è possibile apprezzare una separazione ottimale dei terpeni dalla materia vegetale della pianta.

Attenzione: nelle righe precedenti, abbiamo sottolineato che, sull’etichetta dei prodotti che si acquistano negli shop fisici o sulla scheda di prodotto degli e-commerce, viene specificato il metodo di estrazione. Dovrebbe essere la norma, ma purtroppo non accade sempre. Nel momento in cui non ci sono informazioni in merito vuol dire che, a prescindere dalla metodologia effettivamente adottata, l’azienda non mette in primo piano un approccio all’insegna della trasparenza. Alla luce di ciò, è bene evitarla.

L’olio vettore

Come accennato nelle righe precedenti, l’olio vettore rappresenta un aspetto nodale da considerare nel momento in cui ci si trova a scegliere l’olio di CBD perfetto. Le aziende che lo producono, mettono in primo piano diverse alternative. Si può scegliere, per esempio, il cannabidiolo diluito nell’olio di semi di canapa. In questo caso, tra i vantaggi troviamo il fatto che, quando si parla dei semi di canapa, si inquadra quello che, a ragione, viene definito come un superfood. Ricchi di vitamine e grassi buoni, sono un vero toccasana per l’organismo.

Un’altra soluzione quando si parla di oli vettori per il CBD è quello d’oliva. Anche in questo frangente, abbiamo a che fare con un prezioso concentrato di benefici. Più delicato dal punto di vista del sapore rispetto all’olio di semi di canapa, quello di oliva, in virtù della sua ricchezza in composti fenolici, è fantastico quando si tratta, per esempio, di migliorare la sensibilità all’insulina dell’organismo umano.

Concludiamo con un cenno all’olio MCT. Di cosa si tratta? Dell’olio di cocco, spesso chiamato in causa come vettore del cannabidiolo. La sua particolarità è la presenza di acidi grassi a catena media, fonti di energia facilmente digeribili.

Riguardo a: Salvo Cirmi (Tux1)

Un pinguino intraprendente che dopo diversi anni di "servizio" online (e soprattutto delle guide) ha acquisito conoscenze non di poco conto sui settori Android, Linux e Windows. Le mie specialità sono il modding e le review. Nel tempo libero (che è raro trovare) suono il piano, mi diverto effettuando modding e provando distribuzioni Linux, BSD ed altre.

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