Criptovalute ed ambiente: una scelta sostenibile?

Tutti i tipi di moneta, sia essa fisica o virtuale, ha degli specifici costi di produzione. Per la fisica serve generalmente intanto una struttura che si occupi di stamparla, una zecca di stato, che deve mettere insieme carta di alta qualità, inchiostri di alta qualità e stampanti di un certo livello per formare una banconota ufficiale.

E’ chiaro che, questa scelta, prima o poi scomparirà, perché usar risorse fisiche per creare qualcosa di fisico non ha molto senso, ed è in questo frangente che sono nate le criptovalute.

L’obiettivo iniziale era quello di creare monete che oltre a non essere controllabili da enti esterni, avrebbero anche permesso un uso delle risorse molto più logico del normale.

Emissioni zero?

Ora, siamo chiaro, per minare criptovalute servono comunque cose fisiche: in genere hardware di buon livello ed una discreta quantità di corrente (ad eccezione, almeno nell’ultimo caso, di Chia, che usa semplicemente spazio di archiviazione e, di conseguenza, relativamente poca energia).

Tuttavia, nel mezzo c’è un discorso di comodità multiple, come l’impossibilità di essere controllata da un ente o un governo, l’impossibilità che qualcuno arrivi fisicamente a rubarvi questi soldi e diverse alte.

Il sito web ufficiale Immediate Edge offre ad esempio alcune opportunità di Trading.

Ma a livello di impatto ambientale, come siamo messi?

Ebbene, generalmente (e ci aggiungerei, ovviamente) i miner sono creature nomadi: si spostano di continuo verso quelle fonti di energia meno care e, quindi, spesso e volentieri rinnovabili.

Attualmente la maggior parte dei miner si concentra a Sichuan in Cina, in una zona dove una centrale idroelettrica fornisce molta energia rinnovabile probabilmente anche a prezzo minore del normale.

Il vero problema, purtroppo, è che essendo appunto le criptovalute non fisiche, ma virtuali ed incontrollabili, chiunque e con qualsiasi tipo di energia, rinnovabile, conveniente o meno, può minarle. Quindi, anche se generalmente i miner provano ad affidarsi alle rinnovabili, non significa che lo facciano sempre. Purtroppo.

Riguardo a: Salvo Cirmi (Tux1)

Un pinguino intraprendente che dopo diversi anni di "servizio" online (e soprattutto delle guide) ha acquisito conoscenze non di poco conto sui settori Android, Linux e Windows. Le mie specialità sono il modding e le review. Nel tempo libero (che è raro trovare) suono il piano, mi diverto effettuando modding e provando distribuzioni Linux, BSD ed altre.

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