Hai una passione per la moda e, in particolare, per tutto ciò che riguarda accessori e gioielleria? Conosci approfonditamente il mondo dei social o gestisci da tempo un blog sul tema? Allora hai le carte in regola per dedicarti ad un business che, secondo le previsioni degli esperti, è e rimarrà in voga ancora a lungo: la vendita online di preziosi.
Come altre categorie di beni di lusso, anche la gioielleria è approdata con successo sul web, incontrando i favori di chi non rinuncia allo shopping più glamour neppure nei periodi di pandemia. Ad acquistare gioielli su Internet, comunque, non sono soltanto i fanatici dell’alta moda, ma anche normali utenti alla ricerca di idee regalo per un compleanno, per una laurea, per una ricorrenza particolare o, magari, semplicemente per loro stessi.
Dunque, per chi volesse approfittare di questo momento favorevole per il commercio di gioielli online, ecco alcune informazioni utili per mettere in piedi un nuovo business.
Gioielleria: differenze tra ieri e oggi
Il termine “gioiello” viene utilizzato comunemente nei negozi, seppure spesso in maniera impropria. Difatti, buona parte degli accessori proposti sotto il nome di “gioielleria” appartiene, in realtà, ad una categoria meno “nobile”, ossia alla semplice bigiotteria.
Secondo la legislazione vigente, la vendita di gioielli riguarda unicamente manufatti realizzati con oro, argento, platino, perle, coralli e pietre preziose (ovvero: diamanti, rubini, smeraldi, zaffiri, ametiste ed altre gemme meno conosciute).
In epoca recente, però, sia alcuni laboratori di oreficeria, sia soprattutto le grandi case produttrici di gioielli, hanno deciso di sperimentare l’uso di materiali meno “convenzionali” – come l’acciaio, il bronzo, il legno, il caucciù, il vetro lavorato, ecc..
Lo scopo, infatti, era affiancare, alle collezioni classiche e prestigiose, anche una linea di accessori a basso costo per la vita di tutti i giorni, destinata ad una clientela più ampia.
Produzione e vendita di gioielli: cosa dice la legge?
Per commercializzare pietre e metalli preziosi, poco importa se in Rete o di presenza, è necessaria un’apposita licenza rilasciata dalla Questura. L’obbligo riguarda tanto coloro che si occupano unicamente della vendita di gioielli, quanto chi cura anche la fase di design e produzione, a prescindere che si tratti di un’attività abituale o occasionale.
La norma di riferimento è l’art. 127 del T.U.L.P.S. (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza), che contiene le disposizioni inerenti all’utilizzo – anch’esso obbligatorio – di un magazzino per la conservazione dei materiali preziosi, posto al di fuori dell’area deputata alla vendita ed attrezzato con casseforti, accessi blindati, allarmi antifurto, ecc..
Ricordiamo che, per lo svolgimento delle attività di produzione, mediazione, commercio e/o rivendita di gioielli in assenza di licenza, sono previste sanzioni fino a € 1.549.
Vendita di gioielli online: serve la Partita IVA?
La vendita online di prodotti di qualsiasi tipologia, dunque anche di gioielli ed accessori di lusso, è riservata a soggetti titolari di Partita IVA. L’unica eccezione consentita riguarda gli scambi tra utenti privati, purché si tratti di singole operazioni svolte in via occasionale.
Dunque, in pratica: per rivendere un paio di orecchini o una collana su Ebay, Subito, ecc., non è necessario attivare la Partita IVA, né occorrono particolari adempimenti (se non il rilascio di una ricevuta non fiscale). Se, invece, l’attività comporta la messa online di un nuovo sito di e-commerce o l’iscrizione ad un marketplace terzo, oppure ancora la firma di un qualche accordo commerciale (ad esempio, per acquistare e rivendere preziosi tramite la formula del dropshipping), sono richiesti per legge i seguenti passaggi:
- avvio ed iscrizione della ditta al REA della Camera di Commercio;
- attivazione della Partita IVA con Codice ATECO 47.91.10 (“Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotti effettuato via internet”);
- iscrizione alla Gestione Commercianti INPS;
- invio della SCIA Comunale.